Lettera aperta sulla procedura di approvazione del rigassificatore di Ravenna.

Ravenna 27.12.2022

A: Egregi Sig.ri Cittadini Italiani, Presidente della Repubblica, Presidente del Consiglio, Procura della Repubblica di Ravenna, Anac, Regione Emilia Romagna, Prefetto di Ravenna, Comune di Ravenna, Enti coinvolti nell’approvazione del progetto del rigassificatore di Ravenna, Gruppi assembleari Regione Emilia Romagna, Gruppi consiliari Comune di Ravenna, Associazioni e movimenti, Testate giornalistiche.

1 Premessa

Da ingegnere meccanico mi preoccupa vedere che un progetto complesso, delicato e pericoloso come quello di un rigassificatore sia stato approvato nonostante contenesse errori tecnici che nemmeno le segnalazioni inviate sono servite a far correggere. Non è mia intenzione polemizzare su aspetti politici, economici o ambientali legati alla tecnologia del GNL e non dispongo delle competenze necessarie per valutare quelli legali, burocratici e procedurali: mi limiterò quindi a esporre alcuni fatti che, credo, meritino attenzione.

2 L’errore che ha superato le maglie dei controlli

In almeno quattro documenti presentati dal proponente per ottenere l’approvazione del progetto [01, 02, 03, 04] è riportata una procedura di collaudo del gasdotto che consisterebbe nel riempire d’acqua e pressurizzare la tubazione in acciaio e che vedrebbe la prova superata se la pressione si mantenesse costante al variare della temperatura. Pur essendo tecnicamente eseguibile, oltre a non essere conforme alle norme, quella prova non potrebbe comunque essere superata da un gasdotto costruito a regola d’arte in quanto trascura l’effetto della diversa dilatazione termica di acqua e acciaio.

Con una prima osservazione fu chiesto al proponente di indicare da dove fosse stata tratta quella procedura e come si conciliasse con quella contenuta nel D.M. 17 aprile 2008 che, invece, prevede che la pressione si mantenga costante a meno delle variazioni dovute all’influenza della temperatura.

Ma il proponente non rispose alle domande limitandosi a fare riferimento allo stesso D.M. 17 aprile 2008 e assicurando che “Per quanto riguarda gli effetti di dilatazione termica, questi sono sempre tenuti in debita considerazione nelle fasi di progettazione, realizzazione, collaudo ed esercizio dell’opera.” [05]

Si noti però che il punto non era, e non è, stabilire se il proponente sapesse come si collaudano le tubazioni -era ovvio che lo sapesse, come lo sanno tutti gli addetti ai lavori- ma come un errore di tale portata avesse potuto superare le fasi di elaborazione, verifica, approvazione e firma dei documenti.

3 Il Commissario Straordinario e il Sindaco

Ritenendo la risposta non esauriente, fu chiesto al Commissario Straordinario e al Sindaco di Ravenna di attivarsi per chiarire la situazione perché se un errore di quella portata aveva superato tutte le verifiche non si poteva escludere che ce ne fossero altri e/o che altri non sarebbero stati commessi in futuro: si voleva attendere che fosse l’esplosione di 170 mila mc di GNL a rilevarli? [06]

(nota: il dubbio che altri errori potessero essere presenti nei documenti era giustificato dal fatto che la pratica contiene oltre mille file, alcuni di centinaia di pagine e non è stato possibile esaminare una mole così enorme di documenti nei tempi ristretti imposti dalla procedura accelerata di approvazione)

Nessuno dei due rispose, ma la richiesta fu inserita nella pratica e il proponente replicò descrivendo con dovizia di particolari la procedura di collaudo corretta -dissipando così ogni dubbio sul fatto che la procedura descritta nei documenti fosse errata- ma senza giustificare come fosse stato possibile che l’errore avesse superato tutti i controlli e, soprattutto, senza correggere i documenti che, quindi, anche dopo l’approvazione finale riportano ancora la procedura errata.

4 Il nulla osta

Pare poi paradossale che uno dei nulla-osta necessari per l’autorizzazione sia subordinato all’osservanza della condizione che “tutte le opere siano realizzate in conformità a quanto contenuto nel Progetto FSRU Ravenna e collegamento alla rete nazionale gasdotti n° REL-PROG-E_00001 di luglio 2022“, cioè uno dei documenti che contengono la procedura errata: come si potrà realizzare un gasdotto conforme a una prova di collaudo impossibile da superare? [07]

Una pec con richiesta di chiarimenti inviata il 27.11.2022 al Ministero che ha rilasciato il nulla-osta non ha ancora ricevuto risposta. (Il Ministero è tenuto a rispondere? E, nel caso, entro quando?)

5 Altri errori

5.1 immissione di aria nel flusso di metano per regolare il potere calorifico del gas

All’osservazione che aria e metano possono formare una miscela esplosiva il proponente ha assicurato che non sarà immessa aria bensì azoto, che è inerte: nei documenti però è scritto aria e non sono stati corretti. E l’errore è ripetuto in ben otto documenti: non sono un po’ troppi per trattarsi di una svista? [8]

5.2 il fluido rigassificato sarà scaricato a una temperatura nel range 3°C ± 50°C.

La temperatura del fluido in entrata nel gasdotto sarebbe compresa tra -47°C e
+53°C ma, stando ad altre informazioni riportate nei documenti, le tubazioni sarebbero progettate per una temperatura minima di +3°C e potrebbero quindi subire rotture fragili a temperature inferiori: secondo il proponente si tratta di un refuso ma, anche se fosse, perché i documenti non sono stati corretti? E l’errore è ripetuto in quattro documenti: non sono un po’ troppi per trattarsi di un refuso? Considerando poi che due dei documenti sono relativi al progetto di Ravenna e due a quello di Piombino, non sembra strano che uno stesso refuso passi inosservato da un progetto all’altro? [9]

6 Conflitto di interessi e trasparenza

Come avrebbe potuto attivarsi il Presidente della Regione, interpellato per chiarire la questione degli errori [06], ponendosi in contrasto con il Commissario Straordinario nominato apposta per spianare la strada all’approvazione in tempi record, se le due cariche coesistono nella stessa persona?

Quanto alla trasparenza, certo, tutti i documenti sono pubblici e chiunque avrebbe potuto leggerli e presentare osservazioni, ma come guardare attraverso una trasparenza così totale da tradursi in migliaia di pagine fitte di richiami a leggi, decreti, direttive e norme con soli trenta giorni di tempo a disposizione? Pare inevitabile che un normale cittadino non possa che fidarsi -e affidarsi- a chi ha delegato a rappresentarlo, ma che dire quando da tutta quella trasparenza emergono errori che nessuno si è nemmeno preoccupato di correggere e fanno dubitare dell’accuratezza dei controlli nonché della sicurezza del progetto?

7 Domande e dubbi

Possibile che tra i tanti che hanno elaborato, verificato, approvato, firmato e timbrato i documenti, nessuno si sia accorto degli errori? E che nemmeno i tanti enti che hanno analizzato e verificato il progetto li abbiano rilevati? Ma, soprattutto, perché nessuno ha corretto i documenti o preteso che venissero corretti nemmeno dopo che gli errori sono stati segnalati? Quello sul collaudo è stato oggetto di ben sette osservazioni, tutte non accolte dal proponente.

Da ingegnere non riesco a conciliare la diligenza del buon padre di famiglia con la presenza di errori in un progetto, tanto meno se gli stessi sono stati addirittura segnalati.

Da cittadino, invece, non posso rassegnarmi all’idea che il progetto di un impianto a così elevato Rischio di Incidente Rilevante contenga qualsiasi errore. In un disastro non sempre -anzi, quasi mai- c’è correlazione tra l’entità della causa e quella dell’effetto: una minuscola scintilla può causare un’esplosione catastrofica e poco importa che a provocarla sia stato un errore di concetto, di calcolo, un refuso, una semplice svista o una disattenzione.

Comunque tra chi non è legittimato ad agire, chi è spaventato dai costi, chi è disilluso perché tanto si sa come vanno queste cose, per un motivo o per un altro il termine per ricorrere al TAR è quasi scaduto e il ricorso non è stato depositato: ci sarà qualche istituzione che si attiverà per dissipare ogni dubbio sulla regolarità della procedura di approvazione e sulla sicurezza del progetto?

Distinti saluti.

ing. Riccardo Merendi – Ravenna

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