PERCHÉ SI PUÒ VINCERE CONTRO IL RIGASSIFICATORE DI RAVENNA

Cos’ha di davvero speciale il progetto del rigassificatore di Ravenna? Solo due cose, ma determinanti: gli errori sono scritti nero su bianco, comprensibili a chiunque, e un nulla osta rilasciato da un Ministero subordinato a che quegli errori vengano messi in pratica! (o, almeno, finora si sono avuti tanti rifiuti ma nessuna smentita)

Si potrà discutere su quanto sia grave che un progetto preveda una procedura di collaudo non a norma e impossibile da superare, ma non è discutibile che nel documento sia riportata una procedura NON a norma e impossibile da superare!

Si potrà discutere su quanto sia stato poco diligente chi ha scritto che immetterà aria nel flusso del metano (con rischio di esplosione), ma non è discutibile che nei documenti sia prevista l’immissione di aria nel flusso del metano!

E così via per tutti gli altri errori!

Poi c’è il nulla osta rilasciato dal Ministero dello Sviluppo Economico (oggi Ministero delle Imprese e Made in Italy) che è subordinato alla condizione che tutte le opere siano realizzate in conformità a quanto contenuto in un ben preciso documento (QUELLO CONTENENTE TUTTI GLI ERRORI!) e in un’altrettanto ben precisa corografia (cioè una mappa) del 06/07/2022.

Nessun dubbio, nessuna ambiguità: perché il nulla osta sia valido quella condizione deve essere rispettata.

E infine c’è il decreto di approvazione firmato dal Commissario Straordinario che parla altrettanto chiaro: “le prescrizioni riportate nei pareri, atti autorizzativi, concessioni e titoli abilitativi comunque denominati sono vincolanti al fine della realizzazione e dell’esercizio del progetto e dovranno quindi essere obbligatoriamente ottemperate da parte del proponente.”

Ci sono dubbi in proposito? No? Bene, procediamo.

Se tutte le opere devono essere conformi al contenuto di quel documento, allora dovrà esserlo anche il gasdotto, che quindi dovrà essere collaudato con una procedura non a norma e comunque impossibile da superare.

Come si fa? Non ne ho la più pallida idea, non ho scritto io il progetto, nemmeno il nulla osta e tanto meno il decreto!

E si dovrà immettere aria nel flusso del metano per correggere il potere calorifico del gas (NON azoto come poi ha replicato Snam: nel documento è proprio scritto aria!).

Si creerà una miscela esplosiva? Possibile, anzi probabile, e allora? Se si rispetta la condizione si rischia l’esplosione ma se non la si rispetta non si hanno le carte in regola!

E si dovrà anche realizzare una tubazione in grado resistere a una temperatura del gas di -47°C. Sì, proprio 47 gradi sotto zero, che richiede materiale speciale!

Per un gasdotto basterebbe che resistesse a + 3 °C? E con ciò? Se il progettista ha scritto -47 °C e il Ministero ha approvato -47 °C e tutti i controllori hanno approvato -47°C e il decreto ha stabilito che devono essere -47 °C, che -47°C siano!

Fin qui gli errori tecnici rilevati, segnalati ma non corretti e che la Regione Emilia Romagna si è guardata bene dal voler far correggere come pure il Comune di Ravenna, come se essere favorevoli ai rigassificatori equivalesse a essere favorevoli agli errori!

Da notare che se sono passati quelli, di errori, quanti altri ce ne sono negli oltre mille documenti che costituiscono la pratica?

E chi ha commesso, poi non rilevato e infine approvato quegli errori è credibile quando dice che non ci sono pericoli? Cosa fa pensare che chi NON è stato attento finora diventerà attento in futuro?

Ma andiamo avanti.

Pur non avendo corretto i documenti, Snam ha replicato in modo esauriente alle osservazioni inviate.

E anche se nessuno se ne era accorto (alla faccia del procedimento altamente tecnico, come lo ha definito l’assessore che ha NON-risposto alla petizione), e anche se il nulla osta si riferisce chiaramente e in modo esplicito a quel ben preciso documento (non a quello che Snam ha replicato o si presume che sappia -perché, ovviamente, nessuno dubita che Snam sappia come si costruiscono e collaudano i gasdotti-) e anche se per decreto quella condizione deve essere obbligatoriamente ottemperata, e anche se… e anche se…, Regione e Comune non vogliono sentire ragioni: secondo loro tutto è regolare!

E allora, per tagliare la testa al toro, si è riletto quello stesso documento e si è trovato che, per essere conformi al suo contenuto, tutte le opere devono permettere di:

– utilizzare sei briccole di accosto, che però devono essere solo due (dipende se si guarda la figura o la legenda): impossibile? Beh, se si vuole rispettare la condizione deve diventare possibile!

portare a Ravenna la Golar Tundra, perché è per quella nave che è stato calcolato il sistema di ormeggio. La nave è a Piombino? Poco male, è una nave, può navigare fino a Ravenna! Ma anche a Piombino è prevista la Golar Tundra! Boh… si farà un po’ per uno…

– trovare il modo perché “16 sia uguale a quattordici. Non è possibile? Eppure perché la condizione sia rispettata le opere devono essere conformi a un mondo dove 16 e quattordici siano la stessa quantità! Matematici… all’opera!

– bisognerà che “acqua di riscaldamento” sia traducibile con “cooling water“. Non conosci l’inglese? Non importa perché quello NON è inglese e bisognerà trovare una lingua nella quale acqua di riscaldamento si traduca con cooling water, altrimenti addio rispetto della condizione posta per l’emissione del nulla osta!

– infine, tenuto per ultimo perché cantonata grossa almeno quanto quella del collaudo, bisognerà trovare un modo per costruire l’impianto a terra del gasdotto (il famoso impianto PDE-WOBBE da oltre 17mila mq) vicino a Punta Marina, come vuole il nulla osta, ma anche allontanarlo 700 metri verso sud ovest, come hanno approvato Consiglio e Giunta comunale di Ravenna. Il dono dell’ubiquità non è di questo mondo? Intervengano anche i teologi, che finora sono stati esclusi dagli oltre sessanta enti che hanno verificato con attenzione tutti gli aspetti (sono sempre parole dell’assessore)!

Tutti questi errori sono scritti nel progetto e che tutte le opere devo essere conformi al contenuto di quel documento è scritto nel nulla osta e che le condizioni devono essere obbligatoriamente ottemperate è scritto nel decreto: tutto chiaro, semplice, conseguente e lampante, alla portata di tutti! (o meglio, quasi di tutti: per consiglieri e assessori sembra incomprensibile).

È chiaro ora perché la faccenda del rigassificatore di Ravenna è diversa?!

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