Metanodotto Linea Adriatica: altri dubbi.

Non fidandomi più tanto di quello che scrivono i giornali ho cercato un documento “ufficiale” per avere un’idea generale sulla “Linea Adriatica”, cioè il metanodotto Sulmona-Minerbio del quale tanto si sta parlando.

Ne ho letto velocemente uno del 2022, che quindi potrebbe essere non aggiornato, ma pur dando solo un’occhiata tre punti mi sono parsi “strani”.


1- Stando a quanto afferma Snam (e sorvolando sulla superficialità con la quale tratta “atti terroristici” come fossero eventi normali!), essendo instabile la dorsale tirrenica dal punto di vista idrogeologico, sarebbe meglio costruire un altro gasdotto sulla dorsale adriatica.

Domanda: alla luce delle recenti alluvioni, frane e smottamenti, nonché del recente terremoto, questa valutazione è stata modificata?


2- Pare che durante la Conferenza dei Servizi le regioni Abruzzo e Umbria avessero espresso parere negativo, ma che poi il Governo Draghi abbia deliberato, nella riunione del 5 ottobre 2022, “il superamento del dissenso … consentendo la prosecuzione del procedimento di autorizzazione alla costruzione dell’opera“.

E in effetti, leggendo il comunicato CdM n. 97 del 5 ottobre 2022 pare sia proprio così.

Domanda: a cosa serve la Conferenza dei Servizi se poi i dissensi vengono superati per decreto?!


3- La “volatilità dei prezzi” è considerata come fattore oggettivo che può essere affrontato con la costruzione del metanodotto. Ma la volatilità non è una causa bensì un effetto, aggravato dalla crisi russia-ucraina (e già quella sembra più un effetto che una causa).

Domanda: non sarebbe meglio agire sulle cause invece che sull’effetto?


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